QUESTIONE DM: il punto di vista di Adida
In questi giorni, dopo due sentenze negative del Consiglio di Stato, si stanno concretizzando i timori che ormai ci accompagnano da oltre due anni: la fissazione delle udienze di merito e il rigetto dei ricorsi.
Seguendo una linea coerente, comunque, stiamo seguendo con costanza e determinazione la vicenda, convinti ancora e sempre di aver intrapreso una battaglia etica e di civiltà, nel rispetto delle norme, disattese per anni, che danneggiavano i maniera diretta i docenti di scuola primaria e della scuola dell’infanzia che vedevano disconosciuto il proprio titolo, ma in maniera indiretta tutti i precari della scuola, accomunati dalla stessa sorte, quella segnata da uno sfruttamento professionale senza prospettive.
Siamo convinti che quelle che abbiamo appena detto siano parole forti, ma i fatti ci hanno dato ragione, sempre. Ammantate da buoni propositi, la politica ha tirato fuori false soluzioni, contraddittorie e che di volta in volta escludevano sempre più di qualcuno, nonostante l’utilizzo da precari di docenti che non riuscivano, se non a fatica e con battaglie strenue combattute anche nelle aule dei tribunali, a vedere riconosciute le prerogative di lavoratori “stabili” nel sistema scolastico nazionale.
Alcuni traguardi sono stati raggiunti, a partire da riconoscimento ufficiale del titolo abilitante conferito dal diploma magistrale, ma non è bastato a riequilibrare il sistema, terreno sul quale si sono anche scontrati i partiti politici, colpevoli di aver strumentalizzato la nostra battaglia per ottenere consensi, nessuno escluso.
Oggi, quello che stiamo registrando, però, è un altro triste fenomeno: molte delle organizzazioni sindacali o del mondo associativo un tempo “al fianco” dei DM, si stanno dimostrando totalmente ciniche nei confronti della minaccia per le migliaia di docenti interessati delle sentenze negative, attuali o future. Molti si stanno rivolgendo a noi, anche solo per capire il da farsi, per cercare di trovare una risposta alle proprie preoccupazioni, per poter sperare in soluzioni. Questa rinnovata fiducia ci inorgoglisce e ci fa capire che non è tempo di abbandonare la nave, come molti invece stanno facendo. Ci convince ancora di più che, quando nessuno abbracciava la nostra causa, abbiamo fatto l’unica cosa giusta da fare: essere noi stessi i nostri difensori. Ecco perché è nata Adida, nel silenzio assordante del mondo sindacale, nei confronti di tutti i precari storici di oltre dieci anni fa.
Oggi, il precariato scolastico è spesso al centro del dibattito politico, molto più di allora, ma non sempre le soluzioni di cui è fatto oggetto sono accettabili, forse quasi mai. Ma il fronte della battaglia si è fortemente indebolito, al punto che avevamo pensato di aver esaurito il nostro compito, non essendo più riconosciuti come un soggetto rappresentativo della categoria.
Probabilmente, in questi giorni, sta invee arrivando una preziosa conferma e un chiaro incoraggiamento a proseguire.
Molte sono le cose ancora da poter fare… e Adida le farà!
Valeria Bruccola