Settembre 2020: l’inizio o la fine?
Tra incertezze, polemiche, campagne di denigrazione, discredito e accuse, anche l’inizio formale del nuovo anno scolastico è inesorabilmente arrivato.
Sembrava avessimo visto già tutto, non era così e, tra blocchi quinquennali, promesse di depennamenti, mancanza di soluzioni adeguate alle migliaia di precari che, stremati da procedure di aggiornamento, piattaforme inefficienti, errori di sistema, disillusioni e amarezza, si apprestano ad aspettare come ogni anno un contratto di lavoro, sapendo che molte cose sono cambiate e i peggio.
Parte dei precari sarà a “tempo incerto”, una formula che ci sentiamo in diritto di coniare visto che validità del loro contratto dipenderà dall’andamento del virus che attanaglia il pianeta da mesi. La parte “storica” del precariato scolastico, invece, spaccata tra chi attende concorsi per migliorare la propria condizione (abilitante, straordinario, ordinario) difficili da calendalizzare sempre a causa della pandemia causata dal virus Covid-19, e chi è vittima delle disparità frutto di vicende legali contraddittorie, i docenti in diplomati magistrali di scuola primaria e dell’infanzia. Mai la storia della scuola ha conosciuto vicenda più imbarazzante di quella che questi docenti stanno vivendo, imbarazzante perché scandalosa e gravissima, causata in primo luogo da logiche e interessi che nulla hanno a che vedere con la buona conduzione della scuola e della “cosa pubblica”, ma orientate da interessi di parte utilizzati strumentalmente per mistificare obiettivi e confondere l’opinione pubblica.
Così, in questo girone infernale, parlare a vanvera dei docenti, continuare a tratteggiare i contorni della categoria con paragoni incommentabili o con toni che se va bene sono paternalistici, è la cosa più utile da fare, in modo da poter colpire restando “nel giusto” l’ultimo baluardo di cultura e civiltà costituito dalla scuola pubblica.
Nessuna levata di scudi se non di facciata, nessuna barricata (non è più di “moda”), nessuna compagine politica che in maniera sincera, coerente e seria si faccia carico di difendere la scuola e i suoi lavoratori dalla gogna mediatica, dagli attacchi e dalle fesserie che qualche opinionista di turno dispensa magari per qualche like o visualizzazione in più, incurante o totalmente indifferente del fatto che dietro all’anonimato di una definizione ci sono persone reali, professionisti, e non sagome di cartone abusive.
Pensavamo di averle viste tutte…
Abbiamo creduto nella nostra forza, abbiamo ottenuto anche risultati importanti ma ad un certo punto la lotta è stata impari e siamo rimasti vittime di trame a noi docenti estranee, fino all’ultimo anno in cui si sta in bilico sull’orlo del baratro.
Non ci resta che augurare buon anno scolastico a tutti, senza distinzione di condizione, convinti che il precariato scolastico sia una forma grave di disconoscimento della persona e del ruolo che svolge, che colpire i precari, vittime e non causa del problema, debba essere considerato un atto gravissimo che sconfessa la scuola stessa come istituzione.
Il 2 settembre, anche Adida parteciperà alla manifestazione a Roma, organizzata e sostenuta da varie sigle, alla quale aderiamo in difesa dei precari della scuola, vecchi e nuovi, come abbiamo fatto dalla nascita dell’associazione ad oggi.