GPS, GI: imminenti convocazioni?

In vista dell’imminente riapertura delle porte delle scuole, prevista per lo più per il 14 settembre, non sembra che il Ministero dell’Istruzione sia disposto a trovare una soluzione adeguata al gravissimo problema della costituzione delle GPS e delle GI, rese di fatto inservibili dalla miriade di anomalie riscontrate nella loro costituzione. Nonostante le denunce che quotidianamente raggiungono associazioni e sindacati, la Ministra Azzolina minimizza di fronte a telecamere e giornalisti, rassicurando che l’anno scolastico avrà inizio con tutti i docenti in cattedra. Di fatto, dopo il flop della call veloce (che non sorprende visto che l’età madia dei precari è alta e il vincolo quinquennale una misura inaccettabile) ancora mancano all’appello migliaia di docenti, visto il numero esiguo di immissioni in ruolo, nonostante i posti disponibili e il mancato scorrimento delle graduatorie esistenti, che ha determinato la mancata assegnazione di tantissime cattedre su tutto il territorio nazionale. Ora stanno arrivando le prime convocazioni e, senza che sia stata accolta alcuna delle richieste delle parti interessate, gli insegnanti per primi, stanno procedendo con le nomine fino ad avente diritto. Se questo è il risultato degli sforzi del Ministero sarebbe stato meglio stare fermi, utilizzare le vecchie graduatorie, visto che le nuove GPS hanno persino stravolto le posizioni attribuendo punteggi diversi e inferiori a titoli culturali pur conseguiti con l’avallo del Ministero stesso.

Il balletto di convocazioni, quindi, non sarà scongiurato, come le nomine, nonostante le dichiarazioni rassicuranti fatte alla cittadinanza, alle famiglie e in primo luogo ad alunni e studenti, di cui, il segmento più delicato, gli alunni con disabilità, rischia di non vedere rispettate le garanzie e le tutele a causa della carenza macroscopica di docenti di sostegno.

Quali saranno le azioni del Ministero a riguardo non è facile prevederlo. Di sicuro si intravede una mancanza di considerazione e di lealtà istituzionale, dal momento che proclami e annunci sono traditi dai fatti, fatti che però solo le scuole e i docenti interessati conoscono nella loro realtà oggettiva ma notoriamente senza voce e risalto mediatico, offuscati da una stampa ossequiosa dei Governi di turno. Non vediamo poi alcuna possibilità di umile ammissione, presupposto indiscutibile per un cambio di rotta. Quindi, temiamo che l’unica strada sia quella dei contenziosi, in incremento, con tutte le negatività che questo comporta, prima tra tutte l’impossibilità di viverre serenamente una condizione, quella del precariato, già di per sé delicata e penalizzata.

Come ogni anno, quindi, non è cambiato nulla, per i precari della scuola è sempre un avvio difficile e ad ostacoli, gravato dalle difficoltà dell’emergenza sanitaria che, sicuramente meritava scelte più snelle ed efficaci. In campo sanitario, del resto, ci sono state decisioni “coraggiose” che hanno favorito l’immissione nel settore di medici ed infermieri in misura massiccia e senza percorsi accidentati per i neoimmessi? Non affidiamo a loro la nostra salute, persino la vita? Con la scuola, non si capisce perché, si devono sempre escogitare imbuti, con annessa retina, per filtrare una categoria a discapito di un’altra, per “svecchiare” un precariato frutto di inadempienze, decisioni politiche non condivisibili e che hanno il sapore del clientelismo.

Estate pesante, quella appena passata, autunno difficile, quello alle porte. Continueremo a denunciare quello che accade, convinti che sia l’unica cosa da fare, sebbene oggi più di prima, le nostre parole sembrano urlate al vento!