Cosa bolle in pentola o… dalla padella alla brace?
Con questo sarcastico gioco di parole, vogliamo salutare il primo giorno del nuovo Anno Scolastico, iniziato come ogni anno all’insegna della precarietà, dell’attesa estenuante di una nomina, nell’incertezza per il futuro per decine migliaia di precari della scuola.
Certo, molti hanno iniziato diversamente, sottoscrivendo contratti a Tempo Indeterminato, come sigillo di un’agonia durata nella maggior parte dei casi ben oltre dieci anni. Un augurio sincero per questo traguardo è doveroso. Ma non possiamo dimenticare che l’agognato ruolo non cancella le storture cristallizzate nel sistema scolastico nazionale, dove tutto sembra andare a rotoli, nonostante i proclami che ciascun governo, in questi dieci anni di attività di Adida, promettevano mari e monti ed invece hanno aperto solo baratri: baratri tra categorie di docenti precari, tra precari e docenti di ruolo, tra docenti e famiglie e talvolta tra i primi e propri alunni, stra il mondo della scuola, i valori che propone e il “resto del mondo” che sembra andare anch’esso verso un baratro, sempre più lontano da quella civiltà che la scuola pubblica rappresenta, in quanto istituzione costituzionale.
La politica ha snaturato e svilito il ruolo della scuola, bersagliando i docenti, anche quando in politica sono scesi (o saliti) appartenenti alla nostra categoria, affetti da una “metamorfosi di palazzo” che ha lasciato sbigottiti in più occasioni.
Oggi, forse alla vigilia di un nuovo governo, la preoccupazione non ci abbandona.
Non ripercorreremo le vicende della legge 107, né la massiccia mobilitazione alla quale abbiamo partecipato per contrastarla durante l’iter di approvazione e successivamente, con il comitato per il referendum abrogativo. Non rimarcheremo nemmeno l’assenza totale i confronto e di programmazione politica da parte di una delle componenti del governo uscente, caratterizzato da una discontinuità persino in termini di partecipazione di piazza.
Ma le ragioni della nostra preoccupazione si annidando proprio in questi due non troppo velati memorandum…
Al nuovo Ministro del MIUR, di cui non sapremmo nemmeno indicare il migliore profilo, viste le gesta dei predecessori, scriveremo una lettera aperta, per chiedere immediata audizione e sottoporre la lunghissima lista di cose da fare, a partire dalla controversa vicenda dei DM, a quelle similari di molte altre categorie, tra cui SFP, ITP, AFAM, ecc.
Per la nostra stessa natura, tuttavia, dovremo immediatamente sollevare il problema dei docenti precari di III fascia, il cui numero aumenta a dismisura ogni anno, proprio a causa delle scellerate politiche scolastiche, fatte di tagli e bieca demagogia, personale che ha assolto il suo dovere e, come diciamo da dieci anni, acquisito significativi diritti, anche in virtù della normativa contro lo sfruttamento del precariato.
Rispetto a tutte le altre problematiche della scuola queste ai nostri occhi sono di assola priorità, etica, prima ancora che professionale, perché espressione di quel disprezzo che la politica ha rivolto a quanti hanno garantito la tenuta del sistema scolastico stesso.
Aspettiamo quindi la costituzione del nuovo governo o le conseguenze in caso di mancato accordo tra le parti, per ritornare alla carica e riprenderci la parola!