SCUOLA ED EMERGENZA SANITARIA. IL PUNTO DI VISTA ADIDA

Ciò che si temeva è alla fine successo. Il nostro Paese bloccato da un’emergenza sanitaria di proporzioni al di sopra di ogni nostra possibile comprensione, di ogni previsione, che decidiamo di non commentare, né da un punto di vista politico, né da un punto di vista sociale, non ci compete.

Della ricaduta sulla scuola, invece, ci sentiamo di poter parlare, presenti come siamo da dieci anni sul terreno della difesa della scuola statale e pubblica, dei diritti dei docenti non soltanto precari e più in generale del sistema scolastico del Paese stesso.

Oggi siamo chiamati ad attivarci su pratiche educative e didattiche inedite, superando difficoltà, distorsioni e “inventando” modalità che mai e poi mai potranno sostituire quel rapporto esclusivo, empatico, complice e solidale che si stabilisce nelle comunità educative. Eppure, adesso è l’unica strada da percorrere, nel rispetto dei nostri stessi alunni ed alunne, del nostro ruolo e del nostro Paese intero.

Dovremo rispettare restrizioni e indicazioni, per tutelare la comunità nazionale. Dovremo essere rigorosi come lo siamo nello svolgimento della nostra professione, per scongiurare un acuirsi del fenomeno, già drammatico per ogni settore nevralgico del Paese.

Quando ne saremo usciti, perché se rispetteremo con responsabilità le disposizioni prudenziali che siamo chiamati a rispettare ne usciremo presto e bene, inizieremo a lottare di nuovo, per potare la politica tutta a capire l’importanza nevralgica dell’educazione, dell’istruzione e della formazione dei giovani, visto che troppo spesso proprio i nostri alunni e le nostre alunne sono il centro fittizio di tanti discorsi politici che poi si risolvono sempre nella stessa modalità: un sistema scolastico, un’edilizia, un settore, insomma, oggetto di chiacchiere, tagli e proclami vuoti.

Per non parlare della nostra professione, vessata da almeno quindici anni, mortificata, snaturata e sempre più svilita e mal pagata.

Dopo questo periodo difficile, dovremo contribuire a orientare il mondo politico a “risolvere” positivamente questo tormentato anno scolastico, dovremo ricordare che la scuola è una “cosa seria” e che una Nazione senza passaggio di consegne, vero e non fittizio, ha un futuro ipotecato.

Adida farà, come sempre, la sua parte! Adesso, dopo!

Valeria Bruccola, Coordinatrice Nazionale Adida